Intervista esclusiva alla sindaca dopo la condanna del municipio al pagamento di un milione e trecento mila euro per la Rsa mai ultimata
di Marco Ferri e Piero Santonastaso
«Non possiamo permetterci il tracollo finanziario del Comune, che comporterebbe il commissariamento delle finanze, col conseguente innalzamento di tutte le tariffe e la soppressione di servizi essenziali, come la mensa scolastica e il servizio di scuolabus».Non usa giri di parole Patrizia Nicolini, al secondo mandato come sindaca di Sacrofano. È una lotta contro il tempo, ci dice, scattata il 20 ottobre con la sentenza di Appello con cui il Tribunale Civile di Roma ha confermato la condanna al pagamento di un milione e trecentomila euro al Consorzio Stabile Siria, la società consortile che non ha potuto ultimare i lavori di costruzione della Rsa pubblica, il cui edificio diroccatosi può vedere lungo la Sacrofano-Cassia, alle porte del paese. «Abbiamo tempo fino a metà febbraio 2025 per trovare una soluzione che scongiuri la messa in dissesto del Comune», dice Nicolini.
Quali le contromisure?
«Stiamo esperendo due strade, parallele: il ricorso in Cassazione ci darebbe la possibilità di una sospensiva della sentenza e ci farebbe quanto meno guadagnare tempo prezioso».
La via parallela?
«Stiamo formulando una proposta di transazione bonaria con la controparte, proponiamo un risarcimento del danno arrecato, in grado di chiudere definitivamente la vicenda».
Che possibilità di successo ha questa strada?
«Entriamo in trattativa con senso di responsabilità, buona fede e lealtà rispetto alla sentenza, tuttavia è chiaro che il fallimento del Comune non garantirebbe un risarcimento soddisfacente alla controparte. In questo senso, siamo legati dallo stesso interesse a chiudere una vicenda che si protrae ormai da 17anni». In effetti, i lavori che avrebbe dovuto edificare una Rsa pubblica, invece che durare 18 mesi, come prevista dal contratto, furono ripetutamente interrotti per via di richieste divarianti al progetto iniziale, fino alla rinuncia del Consorzio Stabile Siria per incompatibilità economica con l’appalto che si era aggiudicato, e la successiva revoca dell’incarico, disposto dal Comune. Da questo contenzioso è nata la disputa legale che ha visto condannare il Comune sia in primo che in secondo grado del giudizio, con le gravi conseguenze che si prospettano, se la strategia di riduzione del danno escogitata dell’attuale Giunta Nicolini non dovesse avere successo. Tutti siamo consapevoli delle conseguenze nefaste di un esito negativo delle trattative tra il Comune e la controparte, perché sarebbe un fallimento nel fallimento. Allo stesso tempo, ci ricorda Nicolini, che puntare il dito contro le giunte comunali del passato rischia di far perdere di vista la Luna, come recita il famoso proverbio, cioè l’imminente pericolo che sta per correre la qualità della vita di chi vive a Sacrofano. Così come tentare ardue e postume autoassoluzioni rischia di risultare come quell’abbaiare alla luna che rimanda a un altro famoso, quanto poco lusinghiero modo di dire. Tuttavia, oltre il claustrofobico ambito morale della buona o cattiva fede in politica, bisognerà affrontare il discorso pubblico sul rapporto tra cittadini e partiti e fra i partiti e le istituzioni pubbliche. È qui che nascono e crescono errori come quelli alla base di questa vicenda.
[Il video integrale dell’intervista alla sindaca Patrizia Nicolini è disponibile sul sito lanuovasacrofano.it Riprese e montaggio di Romeo Mancori]