No other land
di Riccardo Tavani
Finalmente un film che volevamo vedere è stato proiettato a Sacrofano, al Teatro Ilaria Alpi.
È successo il 18 gennaio, grazie alla Regione Lazio, al MedFilm Festival, al Comune di Sacrofano e a La Nuova Sacrofano. Cento di questi giorni. Basel Adra, un ragazzo palestinese, con l’aiuto di Yuval Abraham, giovane giornalista israeliano, documenta la demolizione di case e l’allontanamento dei suoi abitanti da una dozzina di villaggi nella comunità Masafer Yatta in Cisgiordania. L’esercito israeliano attua tale esproprio e razzia di terre con la motivazione che là deve sorgere un’area di manovre militari per i carrarmati. Fanno la loro comparsa anche coloni armati di mitra. Uno di questi, protetto dai soldati, spara direttamente allo zio del ragazzo che fa le riprese. E – proprio per le continue documentazioni video e notizie che pubblica – anche questi è ricercato da esercito e polizia. Segue in questo il destino del padre, incarcerato numerose volte fin da giovane, perché attivista dei diritti palestinesi. Padre che fin da quando lui era bambino usava la cinepresa per riprendere le gite e altri momenti della vita familiare. Tutta la documentazione è realizzata con piccole videocamere e anche telefonini. Sembra di riascoltare la lezione del regista iraniano Jafar Panahi, perseguitato dalla dittatura teocratica scita, impartita nel suo film Taxi Teheran. Qui mostra come anche un’adolescente, quale la sua nipotina, può usare il telefonino per denunciare i soprusi d’ogni tipo in tutto il mondo. Ha quattro firme la regia di No other land, due palestinesi e due israeliane: Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor. E nonostante la frugalità tecnologica dei mezzi di ripresa, è entrato nella cinquina dei candidati al premio Oscar 2025 per i documentari, dopo aver vinto numerosi premi nel 2024, tra gli altri quelli di miglior documentario al 74° Festival di Berlino e agli European Film Awards. Tanto più attuale questo film dopo le dichiarazioni di Trump sulla deportazione in massa dei palestinesi da Gaza per fare della Striscia una riviera per facoltosi residenti. Durata 96 minuti