La biblioteca di prossimità: un’istituzione fondamentale per la comunità

27/04/2025 | L'intervento

Continua l’analisi degli strumenti culturali di Roma e provincia con il punto di vista della responsabile della biblioteca “Goffredo Mameli”, al Pigneto

di Daniela Ukmar

Le biblioteche civiche, o di prossimità, gestite in genere da enti locali, ricoprono una funzione fondamentale nell’ambito della promozione culturale, educativa e informativa, attraverso i tradizionali servizi gratuiti di prestito e consultazione. Esse costituiscono il cuore pulsante delle grandi città e dei piccoli centri, diventando luoghi di aggregazione che, al di fuori delle logiche commerciali, rispondono ai bisogni di una società democratica e inclusiva, offrendo a ciascuno la possibilità di accedere alla cultura e alla conoscenza. Tuttavia, in un’epoca dominata dalla rivoluzione digitale e dall’accesso universale a Internet, le biblioteche municipali si trovano a un bivio cruciale e sono chiamate a confrontarsi con una serie di sfide. Se da un lato devono mantenere la loro prossimità alla comunità locale, dall’altro sono sempre più influenzate dalla cultura globale e dalle dinamiche delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’accesso massivo alla rete ha trasformato radicalmente il panorama culturale, sociale e politico, minando i tradizionali legami basati sulla carta e sulla scrittura e sollevando interrogativi sul ruolo attuale delle biblioteche nella società. In particolare, esse si trovano a dover mediare tra il desiderio di connessione della comunità e la frammentazione delle esperienze che la rete globale e i social network tendono a promuovere, con il rischio di confinare l’individuo nelle proprie “zone di comfort”, senza mai affrontare davvero il “mondo altro”. Questo fenomeno minaccia di indebolire la funzione critica e culturale che le biblioteche potrebbero e dovrebbero svolgere, soprattutto in un contesto in cui la manipolazione delle informazioni è sempre più pervasiva. In tale scenario, le biblioteche sono chiamate a rispondere alla sfida di rimanere allo stesso tempo porte d’accesso alla cultura globale, anche attraverso i servizi digitali, e custodi del legame sociale locale. La loro capacità di navigare in queste acque contrastanti, di soddisfare le esigenze di una comunità sempre più complessa e diversificata, è la chiave della loro vitalità. Sebbene l’evoluzione delle biblioteche dipenda dalla loro capacità di adattarsi, il loro ruolo come servizio pubblico e punto di riferimento culturale e sociale a livello territoriale rimane la bussola che orienta ogni trasformazione. Una biblioteca che voglia davvero essere utile alla comunità deve proporsi come un catalizzatore di cambiamento, contribuendo attivamente alla vita sociale e politica della città. Un tale approccio implica che i suoi obiettivi non si limitino alla mera offerta di servizi, ma che l’organizzazione stessa promuova la cittadinanza attiva, la formazione continua e il dialogo, creando occasioni di crescita per l’individuo. La biblioteca deve essere, cioè, uno spazio di confronto, di sviluppo di opinioni critiche e autonome, dove ogni persona si senta libera di interrogarsi, discutere e evolvere. Le biblioteche sono costantemente alla ricerca di soluzioni innovative per proporre attività culturali e ricreative che rafforzino il legame tra gli utenti e le risorse documentarie, siano esse fisiche o digitali. In contesti urbani complessi, dove la frammentazione sociale è accentuata, le biblioteche di prossimità rappresentano uno degli ultimi luoghi di incontro e condivisione gratuita. Esse svolgono un ruolo cruciale nel rafforzamento del tessuto sociale, rispondendo al bisogno di relazioni dirette e di partecipazione comunitaria. Il  sociologo  Ray  Oldenburg,  negli  anni  Ottanta,  ha  introdotto il concetto di “terzo luogo”, inteso come uno spazio intermedio tra casa e lavoro, che favorisce l’instaurarsi di relazioni informali tra le persone. Le biblioteche di prossimità incarnano oggi perfettamente questo concetto, divenendo veri e propri laboratori sociali, in grado di costruire comunità e stimolare la partecipazione. Il coinvolgimento diretto dei cittadini, che possono identificare  i  propri  bisogni  e  contribuire  alla  creazione di progetti, è essenziale per garantire che le biblioteche rispondano realmente alle esigenze della loro comunità. È ormai evidente che le biblioteche devono andare oltre il tradizionale ruolo di semplici erogatori di servizi culturali e diventare protagoniste nella creazione di iniziative collettive che riflettano le aspirazioni del territorio. Esse  devono impegnarsi a superare il riduzionismo che le vede come mere fornitrici di servizi, per diventare piattaforme di produzione culturale innovativa, dove la cittadinanza possa essere protagonista attiva. Un altro aspetto cruciale riguarda l’inclusività, soprattutto in contesti sociali complessi, come quelli delle nostre città. Le biblioteche, in particolare quelle dei quartieri periferici, sono tra le poche istituzioni che cercano di costruire relazioni di fiducia, tutela e coesione sociale. Le loro molteplici attività, incentrate soprattutto sui giovani, si pongono l’obiettivo di abbattere gli stereotipi di genere, etnia e abilità, promuovendo una cultura dell’inclusione e della solidarietà. La biblioteca non si apre solo attraverso  la  porta  fisica,  ma come uno spazio di qualità superiore, dove il lettore o la lettrice può trovare l’intelligenza di un’équipe di bibliotecari che gestisce risorse, offre orientamento, mediazione e supporto, facilitando l’accesso alla cultura e favorendo la partecipazione. La qualità dei servizi, l’attenzione alla gestione delle collezioni e l’offerta di un ambiente stimolante sono gli elementi che definiscono l’efficacia di una biblioteca come centro di riferimento. Inoltre, la pluralità dell’utenza richiede una gestione che promuova la cooperazione tra biblioteche e la creazione di reti territoriali, permettendo l’accesso a un patrimonio culturale sempre più vasto. L’evoluzione dei sistemi bibliotecari, che ha portato alla creazione di reti intercomunali, è infatti fondamentale per superare i confini amministrativi  e  consentire  anche  a  chi  vive in piccoli centri di fruire delle collezioni delle grandi città. Nonostante queste potenzialità, i programmi di investimento e le politiche di sviluppo delle biblioteche civiche in Italia sono spesso lenti e insufficienti, non rispecchiando appieno l’importanza di queste istituzioni. La gestione delle risorse, il coinvolgimento degli attori locali e la creazione di una governance partecipativa sono elementi cruciali per garantire la loro sostenibilità e crescita. La mancanza di una politica di rilancio e di un sostegno concreto richiede un ripensamento radicale delle strategie e delle politiche pubbliche nei confronti di una delle istituzioni più vitali delle nostre città.

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