a cura di M.F.
La bellezza
“Per esempio, di ciò che ora noi facciamo – bere, o cantare, o conversare – non vi è nulla che, come tale, sia bello: risulta tale, piuttosto, nell’azione, secondo il modo in cui questa viene compiuta. Tutto ciò, invero, se è compiuto in modo bello e retto, diventa bello, se invece non è compiuto rettamente, brutto. Così, dunque, non è vero che ogni amare e ogni Eros sia bello e degno di essere elogiato: lo è, piuttosto, l’Eros che incita ad amare in modo bello. L’Eros dell’Afrodite volgare, orbene, è in verità volgare, e porta a compimento ciò che capita: ed è quello che gli uomini dappoco amano. Costoro, anzitutto, amano le donne non meno dei fanciullo, amano i corpi piuttosto che le anime, ed infine, per quanto è loro possibile, amano le persone più stolte, mirando solo al compimento dell’atto, senza curarsi che ciò avvenga in modo bello o no”. (Platone, “Simposio”, Adelphi).