Foraggio, grano e orzo, olive e verdure sono coltivazioni preziose
di Simone Bianchini
L’agricoltura a Sacrofano emerge come un settore chiave del territorio, caratterizzata da una gestione estensiva e a basso input, in linea con i dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura effettuato dall’ISTAT nel 2024. La superficie agricola utilizzata (SAU) si estende per circa 982 ettari, e la maggior parte delle produzioni è destinata alla produzione di foraggio per il bestiame. I seminativi occupano 426 ettari, di cui 119 ettari destinati alla produzione di granella, prevalentemente grano duro e orzo, mentre 280 ettari sono dedicati alle foraggere avvicendate (principalmente erbai puri o in miscuglio). Una quota più ridotta, pari a 12 ettari, è riservata alla semina di ortive. Tra le colture legnose, l’olivo è la più significativa, occupando 90,3 ettari, pari al 9,2% della SAU, confermandosi una produzione centrale soprattutto per la qualità dell’olio e per la valorizzazione del territorio. I prati permanenti e i pascoli rappresentano la componente più rilevante, coprendo il 46% della SAU con 451,8 ettari, a sostegno dell’allevamento. Dall’analisi dei dati messi a disposizione da ISTAT è possibile osservare come il tipo di agricoltura che viene praticata a Sacrofano non è molto specializzata ma per lo più di tipo estensivo. L’agricoltura, quindi, ricopre un ruolo fondamentale nel nostro paese in quanto va a preservare e mantenere porzioni di territorio che altrimenti rimarrebbero incolti andando a causare tutte le problematiche legate all’erosione dei suoli e al rischio incendi. Inoltre, c’è da dire che questo tipo di agricoltura estensiva e a basso input (quindi limitando anche l’utilizzo di agrofarmaci) è un polmone verde a pochi km da Roma. Questo modello agricolo, fondato sull’utilizzo estensivo del suolo e un basso impiego di input esterni, si dimostra funzionale alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia delle produzioni locali. Osservando nel dettaglio la superficie delle aziende agricole, emerge che la maggior parte di esse ha dimensioni ridotte. 26 aziende occupano superfici comprese tra 0 e 2 ettari, seguite da 32 aziende con superfici tra 2 e 10 ettari. Le aziende di dimensioni medie, tra 10 e 30 ettari, sono 14, mentre solo 4 aziende si collocano tra i 30 e i 50 ettari. Infine, appena 2 aziende superano i 50 ettari. Questa distribuzione evidenzia una prevalenza di aziende agricole di piccole dimensioni, coerente con il modello di agricoltura poco specializzato praticato nel territorio. Viste le modeste dimensioni delle aziende agricole della zona, come anche quelle italiane in generale, è difficile competere a livello economico con aziende dalle grandi estensioni. Pertanto, è evidente come molto spesso la resilienza economica delle aziende sia legata a fondi europei, come i premi PAC, che contribuiscono alla solidità economica delle aziende agricole.