Antropomorfizzare l’amico a 4 zampe è solo un segno di egoismo
Alessandro Floris, veterinario
“Chi è il miglior amico dell’uomo?” Tutti conoscono la risposta a questa domanda, ma solo pochi sanno che l’amicizia tra uomo e cane ha una origine molto antica. Il cane, strettamente imparentato con il lupo, fu il primo animale addomesticato nel Paleolitico. Gli uomini vivevano di caccia e di vegetali spontanei e il cane divenne subito un prezioso alleato per la sopravvivenza. Con il tempo il cane cominciò a controllare le greggi e spalleggiare l’uomo nelle battute di caccia, quindi il rapporto uomo-cane si è consolidato negli anni fino ad arrivare nei nostri letti. Una abitudine che ormai scivola timidamente nelle nostre case. Questi i motivi: il primo in assoluto, è che Fido adora dormire vicino a noi, tra le gambe, abbracciato al nostro cuscino, ama la comodità, il calore delle nostre coperte. Di contro anche noi beneficiamo attivamente di questa abitudine, ci rilassa, ci aiuta a liberare lo stress, ci fa sentire coccolati, ci fa produrre ossitocina che favorisce il riposo. Condividere lo stesso spazio ci lega in modo indissolubile a questa millenaria amicizia. Però, c’è un però. Le controindicazioni non sono di poco conto sia per noi umani che per loro. Durante la nanna condivisa parassiti e batteri potrebbero entrare in contatto con noi perché le cosiddette zoonosi (malattie trasmissibili all’uomo) sono in agguato soprattutto se i bambini frequentano il nostro lettone. Altro problema sono i continui risvegli ai quali veniamo inconsciamente sottoposti, legati al movimento del nostro amico che, ricordiamo, vive ritmi circadiani completamente diversi dal nostro e quindi al minimo rumore reagisce e si muove. Molti danno il via a questo fenomeno con la storica frase” Va bene, solo per questa volta”, e lì la frittata è fatta: ormai Fido è il padrone del letto, che per altro non è consono al suo modo di vivere, al suo temperamento, alla sua struttura caratteriale che plasma il suo comportamento all’interno della famiglia. Non sono infrequenti, infatti, forme di aggressività nei confronti dei padroni che ovviamente perdono il controllo del branco, perché non dimentichiamo che il cane è un animale da branco e tale dovrebbe rimanere. Quindi non antropomorfizziamo egoisticamente i cani, ma non perdiamo il piacere di averli vicino, per cui una comoda cuccia nella nostra stanza addirittura vicino al letto renderà felici entrambi, dando e ricevendo tutto l’amore che in due milioni di anni ci siamo promessi. “L’amore di un cane dona grande forza all’uomo”, ha scritto Seneca.

Dedicato a tutti coloro che credono che a Sacrofano si servano solo pappardelle al cinghiale.