Consigli, segreti, qualità, tutto e anche di più, quello che c’è da sapere per organizzarsi, per avere soddisfazioni e per rispettare l’ambiente con piccoli ma fondamentali trucchi
di Piero Santonastaso
Interessa il solito elenco delle semine di agosto per il giardino? Aquilegia, alisso, calendule, campanule, cosmos, digitale, gigli, iris, peonie, petunie, primule, viole del pensiero e zinnie. Se vi appassiona l’orto: bietole, broccoli, carciofi, carote, cavoli, cicoria, cipolle, fagioli, finocchi, indivia, lattuga, prezzemolo, radicchio, scarola e sedano. Punto e a capo. Proviamo ora a seminare nuove idee, per arrivare a un giardino (ma vanno bene anche i balconi) che meglio si sposi all’alternanza di siccità ed eventi meteorologici estremi. Pioggia se ne vede sempre meno, quando si manifesta lo fa con modalità spesso catastrofiche e occorre proteggere le riserve d’acqua. Le conferenze Cop delle Nazioni Unite hanno emesso il verdetto: il 40% delle piante sono a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici, soprattutto le acidofile e – per opposti motivi – quelle che consumano più risorse idriche (azalee e rododendri in primis). Occorre dunque attrezzarsi perché il giardino possa affrontare sia la penuria d’acqua (ivi inclusa la necessità di risparmiarla) che gli eccessi idrici. “Si-può-fa-re”, scandiva il dottor Frankestin di Mel Brooks, e si può senza dover importare piante dai deserti del mondo: bastano la cara, vecchia vegetazione mediterranea, e alcuni accorgimenti. Certo, bisogna rinunciare a qualche status symbol: niente prato all’inglese monospecie e perfettamente rasato con frequenti tagli. L’erba non dovrebbe mai essere più bassa di 7-8 centimetri, così il terreno asciuga meno rapidamente. Non facciamoci prendere dalle convulsioni se si intrufolano il tarassaco, le pratoline o il trifoglio: il prato sarà un po’ più rustico ma ne guadagnerà in resistenza e favorirà la biodiversità. Non sarebbe male limitare (o eliminare) le pavimentazioni impermeabili: sostituirle con superfici drenanti come la ghiaia che evita dannosi ruscellamenti in caso di piogge abbondanti. Organizzare le piante in macchie e aiuole che consentano la protezione reciproca, con la creazione di microclimi utili anche alla casa, cioè zone in cui l’aria sarà più umida e fresca, e l’ombra oggetto di scambio. Scaviamo fossette intorno alla pianta per favorire l’arrivo di acqua alle radici. Riduciamo al massimo l’utilizzo dei vasi, privilegiando quelli grandi. Ricordiamo l’importanza della pacciamatura: protegge dal caldo e riduce la traspirazione. Scegliamo gli angoli più riparati dal sole e intorno al giardino creiamo una siepe in grado di attenuare i venti che soffiano con raffiche dirompenti. Non va bene, ad esempio, la sempre più diffusa tuia, che oltre a non essere autoctona è talmente fitta da creare vortici che aggiungono danno a danno. Meglio essenze semi-permeabili, come agrifoglio, alloro, carpino, corniolo, ligustro, nocciolo, olivello, prugnolo, sambuco etc. Ma alla fine cosa conviene mettere in quello che – per segnalarne le diminuite necessità idriche – chiameremo “giardino asciutto”? Aromatiche a go-go: elicriso, lavanda, maggiorana, mirto, origano, pepe del Sichuan, rosmarino, ruta, salvia, timo, tulbaghia etc. E poi achillea, aglio sferocefalo, artemisia, cisto, eragrostis, euforbia, festuca, garofano, indigofera (indaco), miscanto, papavero della California, sedum, stipa, tutte con buona resistenza al calore. Se vogliamo andare in altezza, privilegiamo albero del corallo, albero di Giuda, canfora, cipresso, ginepro, jacaranda, leccio, melograno, olivo, pino domestico, pistacchio, schefflera. Ci fermiamo qui, ricordando che piantare un albero di medie dimensioni e portarlo a maturità equivale a immagazzinare il carbonio che si produce facendo 11 milioni di volte il giro della Terra in automobile.

Borragine

Aglio selvatico