Monte Musino, il luogo divino

24/05/2024 | I simboli

Le leggende, la bellezza, i misteri… Dalle eruzioni ai guerrieri fino ai ricordi, ai racconti e alle emozioni personali di ogni abitante. Poi ci sono i detti popolari che dicono tutto e anche di più

La sua silhouette si staglia sopra la valle del Tevere e non è difficile scorgerla da più parti. Quando passavo con il treno verso Milano, buttavo sempre uno sguardo affettuoso verso la sua cupola tonda, una carezza ai miei nonni e alla mia infanzia brada.
È Monte Musino.
Rigoglioso di una macchia e di boschi folti e variopinti, si erge a protezione dell’antico borgo etrusco di Sacrofano. Un tempo eruttava lava poi placato del suo furore divenne luogo di antiche gesta e regno di dei guerrieri. Ogni volta che salgo verso il paese, a ogni curva appare e scompare fino a mostrarsi lassù come una sentinella attenta, che resiste poderoso e saggio.
Per noi ragazzi era il luogo più misterioso e avventuroso che potessimo esplorare. Era proibito arrampicarsi fin lassù, ma per noi era come andare a scalare l’Everest!
Così alto e inaccessibile lo guardavamo col desiderio di infrangere ogni divieto. Capitava che, accompagnati da un adulto generoso o da un cugino più grande, riuscivamo nell’impresa ed era pura adrenalina. Ma dove sarà il tempio di Giove Tonante e di Ercole Musino? E ci sarà davvero?Poche erano le notizie ma noi eravamo certi che tra i rovi e i rami intricati ci fossero dei resti
murari o un altare. Il dubbio che fosse pura leggenda non ci sfiorava.Partivamo fieri e gagliardi ma poi ci stancavamo, ci graffiavamo stinchi e braccia e in quella selva folta ci assaliva un po’ di fifa. Era come se la divinità di Ercole Musino ci suggerisse di desistere, di non profanare un luogosacro, di lasciarlo in pace. Così tornavamo con le gote rosse, tutti sudati e con in tasca ghiande giganti, qualche sasso di “bruciore” e se la stagione era autunnale con mazzi di bellissimi ciclamini che coprivano letteralmente il sottobosco. Che avventura Musino caro.
Oggi il Monte fa parte del vasto parco di Veio, ci sono sentieri per ascendere, dati sulle origini e sulle rovine trovate e gite organizzate per passeggiate e escursioni. Il consiglio è comunque di andare e godere della bellezza e varietà dei boschi, magari restando in silenzio e con gli occhi pieni di curiosità che avevamo noi ragazzi. Chissà che Ercole Musino non vi faccia una sorpresa.
Il tempo è incerto? C’è un detto a Sacrofano: “Quando Monte Musino mette il cappello corri a casa fratello”

Fotografia di Matteo Marocchi

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