Una conversazione con Gabriella Gandellini, presidente del Consiglio comunale, con delega alla scuola, per presentare “Pulcinella nella luna” di e con Federico Moschetti, dedicato ai ragazzi delle medie di Sacrofano, Mazzano e Castelnuovo, in scena il prossimo 23 aprile nel Teatro comunale “Ilaria Alpi”
di Marco Ferri
Più volte ci siamo occupati del rapporto che dovrebbe stabilmente costruirsi tra la scuola pubblica, il teatro e la biblioteca comunali, un rapporto che abbiamo auspicato faccia rete, in grado di estendere i percorsi formativi e favorisca l’incontro fra le esperienze delle diverse culture e generazioni che vivono, studiano e lavorano a Sacrofano, e che, allo stesso tempo, sia utile fattore di coesione sociale.
Dottoressa Gandellini, perché a suo parere è importante la rete scuola-teatro-biblioteca nel percorso formativo?
«Penso che la biblioteca e il teatro siano “altri” modi di fare formazione che si uniscono a quello tradizionale in aula. Sono simili ma anche profondamente diversi. Entrambi sono luoghi di incontro, riflessione e creatività. La biblioteca: il termine βιβλίον (biblíon) era il nome dato alla corteccia interna del papiro e questo materiale era usato come supporto per la scrittura, nel tempo divenne sinonimo di “libro” non solo di “libro scritto”, bensì di “opera letteraria”, di vero e proprio contenuto di cui il libro è contenitore. Quindi portare gli alunni, di tutte le età, in biblioteca diventa l’incontro con i libri, la carta, gli autori, i contenuti reali, tangibili di ciò che studiano in un’epoca in cui la nostra vita è connotata e influenzata dalla tecnologia e dal virtuale. Il teatro: lo vedo da due punti di vista: “andare a teatro” e “fare teatro”. Portare gli alunni a teatro, a vedere spettacoli teatrali, è un modo di farli confrontare con una realtà agita, con emozioni e sentimenti, con fatti e situazioni. Può sembrare un paradosso, ma penso che ciò che viene rappresentato, anche se è un’interpretazione e una finzione, coinvolge sempre persone reali. Fare teatro con gli alunni vuol dire sperimentare, individuare e mettere in gioco capacità e talenti diversi. Penso che costruire una rappresentazione teatrale sia un vero e proprio progetto dove sono centrali ed essenziali metodo, disciplina, ideazione, pianificazione, realizzazione, verifica, comunicazione, collaborazione, integrazione, espressione».
Dunque, secondo lei, quale contributo può dare il teatro alla formazione culturale delle nuove generazioni?
«Vorrei prima soffermarmi su cosa, a mio avviso, si intende, in termini generali, per formazione culturale. Se la intendiamo come formazione al saper essere, al saper stare, al saper relazionarsi, si capisce immediatamente come il teatro è di grande ausilio allo sviluppo e al potenziamento di queste dimensioni, fondamentali per la costruzione di un’ età adulta che sia rispettosa, collaborativa e consapevole. Infatti, al teatro, sia che si viva da spettatori sia da realizzatori, è necessario avvicinarsi preparati, mettendo in gioco impegno e determinazione, fantasia e creatività e tanto altro. È un vero e proprio percorso di conoscenza e crescita. Infatti, attraverso le rappresentazioni sceniche il teatro dà modo di immergersi in storie e personaggi, stimolando la riflessione e l’empatia, permette di esplorare e affrontare tematiche complesse e profonde, coinvolge emotivamente, suscita reazioni e riflessioni. Ogni persona vive e realizza il teatro in modo diverso».
Perché il teatro può diventare un luogo di aggregazione, di coesione sociale e intergenerazionale?
«Perché permette l’incontro di persone diverse per competenza, capacità, esperienze, età, estrazione sociale. Anche attraverso l’uso di diverse forme artistiche, come sono la recitazione, la danza, la musica e la scenografia, il teatro è in grado di creare una connessione diretta tra le persone coinvolte, portando così ad una maggiore conoscenza, comprensione e consapevolezza di ciò che si fa, delle tematiche e situazioni affrontate, delle persone con cui si interagisce».
Stiamo organizzando insieme, La Nuova Sacrofano e Comune e Federico Moschetti, uno spettacolo che coinvolge gli alunni, uno spettacolo all’insegna della commedia dell’arte: che contributo può dare alla didattica?
«Penso che il potenziale didattico della commedia dell’arte sia molto alto. Sappiamo che Commedia dell’Arte è il nome che è stato dato ad uno stile teatrale che, nato in Italia agli inizi del Cinquecento, si diffonde poi nel resto d’Europa incontrando ovunque un enorme successo, soprattutto in Francia. Rispetto al teatro tradizionale, seppur poi in modi diversi, la Commedia dell’Arte si caratterizza per l’assenza di un copione da imparare a memoria; la struttura delle varie commedie si regge infatti su scenari che segnalano agli attori l’indirizzo complessivo, in termini di azioni e interventi comici, ma senza indicare alcun tipo di battuta o dialogo, la costruzione dei quali è lasciata, di volta in volta, all’espressione di ciascuno di essi. Coinvolgere gli alunni in laboratori teatrali basati sulla commedia dell’arte sicuramente stimola la creatività, la spontaneità, la progettualità, la capacità di adeguare il corpo, la voce, la gestualità, il rapporto con lo spazio scenico, nonché la capacità di esprimere in modi diversi le proprie emozioni e i pensieri In questa direzione va, ad esempio, la partecipazione degli alunni della II media, dei Plessi di Sacrofano e Castelnuovo il prossimo 23 aprile nel Teatro comunale “Ilaria Alpi”, allo spettacolo teatrale “Pulcinella nella luna” di e con Federico Moschetti».
Il Comune ha dato il patrocinio: con quale intento?
«La costruzione di un rapporto continuo di collaborazione, scambio e assistenza tra Scuola e Comune è una precisa scelta politica dell’Amministrazione Comunale, che coinvolge il funzionamento dell’istituzione scolastica dal punto di vista organizzativo, logistico e didattico. Tale rapporto, inoltre, si attua anche attraverso la realizzazione congiunta di progetti su tematiche di rilevanza sociale e educativa o in occasione di ricorrenze da celebrare. I progetti, una volta condivisi nelle linee generali con il Dirigente scolastico e il Consiglio di Istituto, secondo i casi, sono condotti dalle maestre o dalle professoresse e coinvolgono gli alunni della scuola materna, primaria e secondaria di primo grado. Il Comune, oltre a dare il Patrocinio, mette a disposizione i locali, biblioteca o teatro comunale, partecipa alle fasi di progettazione, sviluppo, comunicazione e attuazione». Le cose che sostiene Gabriella Gandellini sono chiare, condivisibili e danno il senso dell’importanza del teatro per la comunità di Sacrofano. È necessario si trasformino in atti concreti: il teatro deve avere una gestione stabile, una direzione artistica, una regolare manutenzione, una cartellone che ne espliciti la missione culturale, per essere in grado di allestire spettacoli e di ospitare compagnie teatrali, per entrare a far parte del circuito dei teatri di Roma e della Città Metropolitana.