Dopo i contributi delle assessore di Bracciano, Riano e Sacrofano, il dibattito attorno ai nuovi compiti delle politiche culturali delle istituzioni pubbliche prosegue con un intervento di Massimiliano Smeriglio, – Assessore alla Cultura del Comune di Roma
di Massimiliano Smeriglio
Le politiche culturali determinano l’identità di una città, la raccontano nella sua interezza, nella sua verità, svelano il suo essere caleidoscopico e creano una consapevolezza che si trasforma in partecipazione. La cultura è un impulso. Ragionando in questa direzione, l’obiettivo di questo Assessorato è semplice ma ambizioso, poggia nell’idea di ripensare la cultura non come diversivo né come risposta ma come fondamento, perché sia un motore di crescita per tutti gli strati della cittadinanza. Abbiamo bisogno di cultura, di curiosità e abbiamo bisogno di condivisione collettiva per generare futuro e vivere Roma insieme, nella sua reale grandezza. Oltre il sipario del nostro maestoso patrimonio artistico che fa del Centro Storico di Roma Patrimonio dell’Unesco, ci sono le nuove energie, quelle contemporanee, diramate come vene cariche di idee in ogni quartiere, che raccolgono il testimone di una memoria artistica potente e la ripensano oggi con nuovi linguaggi, nuove forme, nuove percezioni. Per conoscerle e liberarle abbiamo aperto numerosi bandi, rivolti a ogni rete culturale, e abbiamo già raccolto la misura dell’entusiasmo con cui sono stati ricevuti perché sono arrivati oltre 800 progetti per il bando Open25, che grazie ai fondi del PNNR, intende promuovere eventi diffusi in vista del Giubileo. Nel bando è stato inserito l’indice di perifericità proprio perché pensiamo che le iniziative culturali, le performance, le avventure artistiche di questo tempo debbano arrivare ed essere trasmesse a ogni angolo di Roma e ritrovare cittadini e cittadine partecipi e coinvolti. Un altro dei progetti appena proposti è stato la call alle Università di Roma, pubbliche e private e agli istituti AFAM per Città Studio, progetto che intende portare la conoscenza fuori dalle mura accademiche e renderla visibile e accessibile. L’11 maggio del 2025 le piazze di 15 municipi, da Piazza Navona al Quarticciolo, saranno aule a cielo aperto in cui docenti renderanno disponibili lezioni divulgative su temi diversi, a seconda delle competenze, dalle scienze naturali a quelle sociali e umanistiche attraverso lezioni frontali e workshop. La cultura ci forma e ci rende liberi di scegliere chi essere, per questo avremo un’attenzione particolare alle generazioni giovani, agli studenti e le studentesse, perché abbiano tutte le opportunità che le Istituzioni possono offrire, a completamento e arricchimento dei percorsi di studio tradizionali. Già con Capodarte – la manifestazione per festeggiare il Capodanno, con oltre 100 iniziative diffuse, il programma ha dato ampio spazio ad artisti che dialogano fortemente con un pubblico giovane e i palchi sono stati messi a disposizione alle band e alle crew dei quartieri. Ragazzi e ragazze avranno libero accesso ai Musei, con la Mic Card, e Aule Studio a diposizione in ogni quartiere della città. Un impegno forte sarà anche rivolto ad attività culturali private, soprattutto alle librerie indipendenti che consideriamo poli culturali e di aggregazione per le comunità, in grado di fare rete e arricchire la vivacità culturale nei quartieri. Naturalmente queste, e altre iniziative, che intendono estendere il più possibile l’arte a Roma non escludono la celebrazione dei nostri spazi più iconici come luoghi in cui fruire le iniziative culturali. Non vogliamo soltanto animare le periferie ma vogliamo che i cittadini e le cittadine abbiano la possibilità di vivere il cuore di Roma agevolando le ovvie difficoltà che arrivarci comporta. Festival Letterature, per esempio, allo Stadio Palatino, si conferma un appuntamento atteso, al quale questo Assessorato continua a lavorare, favorendo però anche il pubblico più distante dal centro, mettendo a disposizione mezzi pubblici che offrono un servizio gratuito per portare in Centro Storico chiunque abbia desiderio di esserci.
Ho la convinzione che la cultura, nel suo senso più ampio, rappresenti lo strumento attraverso il quale i cittadini di un territorio vengono esposti a stimoli e a riflessioni continue, e che questo contribuisca alla costruzione di una collettività più consapevole e più libera. Ed è per questa collettività che stiamo lavorando.